Indice degli argomenti trattati
Lo psicologo statunitense Abraham Maslow ha ideato una gerarchia di bisogni che prende il nome di “Piramide di Maslow” o “Piramide dei bisogni”.
Alla base di questa gerarchia e quindi il primo bisogno da soddisfare è quello fisiologico, che comprende tutti quegli elementi senza il quale l’uomo non potrebbe sopravvivere.
Va da sé, che uno di questi elementi sia proprio l’alimentazione.
Ed è per questo che, gli individui hanno trovato strategie differenti per gustare i propri piatti preferiti, senza doversi recare a tutti i costi nel ristorante o nell’hamburgheria di fiducia.
Sto parlando del servizio di food delivery, con cui è possibile ricevere il proprio cibo preferito a casa in tempi ragionevoli.
È diventata una realtà ormai consolidata, oltre ad essere una soluzione quando:
- non si ha tempo per preparare il pranzo o la cena;
- si ha il desiderio di preparare specialità inedite, seduti comodamente a casa propria.
Ma chi cucina i piatti destinati al delivery?
Non sempre i piatti che ordiniamo sulle piattaforme dedicate sono preparati all’interno di cucine tradizionali.
È per questo, che la cucina sta assumendo una nuova dimensione e si è evoluta, dando vita alle dark kitchen.
Le dark kitchen sono delle cucine che non si trovano all’interno di un locale aperto al pubblico.
Sono definite “dark”, in quanto sono delle “cucine nascoste” che operano in maniera del tutto indipendente e preparano pietanze destinate al delivery.
Perché aprire una dark kitchen e quali sono i requisiti?
Un fenomeno in crescita
La dark kitchen come anche il food delivery è un fenomeno in crescita, dato dall’aumento domanda da parte dell’audience.
È una realtà che si sta consolidando dall’ultimo lockdown che ha costretto diversi ristoratori a reinventarsi e non perdersi d’animo.
Non solo, con l’avanzare di più tecnologie (app di food delivery), le nuove abitudini alimentari e di consumo e la ricerca di esperienze di consumo più personalizzate, la ristorazione ha subito dei cambiamenti e ha dovuto adattarsi ad essi.
Come sappiamo le dark kitchen non prevedono posti a sedere come i ristoranti tradizionali e si basano esclusivamente sull’asporto e sulle consegne a domicilio.
Questa caratteristica potrebbe essere un’opportunità da non sottovalutare per il futuro, in quanto si riducono sensibilmente i costi e il contatto tra persone.
Un altro motivo per il quale questo fenomeno è in crescita è sicuramente l’abitudine sempre più diffusa di ordinare qualsiasi cosa online.
Ricevere un ordine in poco tempo e pagare tutto online, evitando ogni tipo di contatto e perdita di tempo, sono solo alcuni dei vantaggi che decretano l’evoluzione della ristorazione.
Convengono?
La risposta è sì, ma dipende dal tipo di esperienza che si desidera proporre alla propria audience.
Se la vostra idea è quella di cavalcare l’onda del food delivery, allora intraprendere la strada della dark kitchen è la scelta giusta da fare.
Perché? Si tratta di un trend già sviluppato all’estero e che presenta numerosi vantaggi a livello economico, come la riduzione di:
- spese per il personale;
- canoni di locazione;
- costo dell’arredo.
Come già accennato, è una cucina indipendente in cui gli unici contatti tra persone avvengono tra gli chef e i cuochi al suo interno.
Quindi, vi è anche un rispetto maggiore delle norme di sicurezza anti-Covid19 vigenti attualmente.
Requisiti
Quali sono i requisiti per aprire una dark kitchen:
- Laboratorio che diventerà la dark kitchen;
- Spazio necessario per gli strumenti da cucina;
- Magazzino che contenga la merce, i prodotti eno-gastronomici, le doggy-bag, le buste per la consegna etc.
Consigli per aprire una dark kitchen
La dark kitchen nasce e si evolve online. I suoi clienti non li troverai in sala, ma ognuno nella propria abitazione.
La location è il domicilio dei clienti ed il menù è digitale.
Ed è per questo, che è necessario avere un’ottima presenza online e curare i contenuti online pubblicati sui social media.
Mediante i social network, è possibile pensare ad una strategia mirata e curata nel minimo dettaglio, per promuovere la propria attività e invogliare il proprio target di riferimento a provare il tuo menu.
Lo so, non è sempre facile raggiungere i tuoi clienti online.
È anche vero, però, che puoi incentivare i tuoi potenziali clienti in diversi modi:
- Promo con scadenze (facendo leva sul principio della scarsità);
- Programmi fedeltà;
- Offerte speciali;
- Un sito web efficace e pratico da usare;
- Un menù aggiornato e ben organizzato per sezioni.
Garantendo una serie di servizi e vantaggi, darai il via alle prime recensioni positive che sono fondamentali per aumentare la WOM (Word of Mounth) o passaparola.
Non solo, normalmente l’individuo si fida maggiormente di un suo simile.
Va da sé, che un utente leggendo recensioni positive sotto un tuo post o sulle piattaforme apposite, sarà invogliato a scegliere te e il tuo servizio, piuttosto che i tuoi competitors.
Perché rivolgersi ad un professionista della ristorazione
Qual è il mix perfetto per pianificare una strategia adatta alla tua attività?
Ristorazione, comunicazione, marketing ed esperienza: questo è il mix perfetto!
Sì, perché affidandoti ad un food consultant esperto della ristorazione, non solo potrai avere suggerimenti su menù ed arredamento, ma anche su:
- Food Marketing;
- Wine Marketing;
- Come comprendere i punti di forza del proprio ristorante;
- Strategie di Social Media Marketing;
- Segreti per migliorare la gestione del tuo ristorante;
- Come aumentare i profitti ed incrementare il tuo business.
Come hai potuto notare, scegliere un esperto della ristorazione significa affidarti ad un professionista del settore che abbia esperienza e che sappia gestire ogni attività che riguarderà il tuo ristorante.
Come posso aiutarti
Con la mia esperienza nel campo della Comunicazione e del Marketing posso aiutarti a:
- Gestire i Social Media della tua attività;
- Conoscere il mercato eno-gastronomico;
- Pianificare strategie adatte alla tua attività;
- Fare formazione per il tuo personale;
- Aumentare la Brand Awareness e i profitti.