Il mercato attuale è caratterizzato da una forte concorrenza di settore e le possibilità di produzione sono aumentate a dismisura. In poche parole sono tantissime le imprese che cercano di farsi spazio all’interno dello stesso segmento di mercato lottando per raggiungere i medesimi acquirenti.
Alcune aziende per raggiumgere i propri obiettivi usano mezzi leciti, altri ricorrono alla concorrenza sleale ovvero a una serie di comportamenti scorretti messi in atto dalle imprese nei confronti delle altre imprese concorrenti o nei confronti dei consumatori di interesse.
L’articolo 2958 del Codice Civile non lascia alcun dubbio a riguardo e definisce il comportamento di concorrenza sleale secondo 3 atti specificatamente vietati:
- Non usare nomi o i segni distintivi legittimamente usati da altri concorrenti, o imitare servilmente i prodotti di un concorrente, o compiere con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente.
- Non diffondere notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull’attività di un concorrente, idonei a determinarne il discredito, o appropiarsi di pregi dei prodotti o dell’impresa di un concorrente
- Non valersi direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda
Oltre alla legge Italiana, anche l’EU cerca di monitorare questi comportamenti tutelando la libera concorrenza con norme ben stabilite e sanzionando le imprese che infrangono le regole con una cifra che può arrivare fino al 10% del fatturato annuale mondiale. Un numero impensabile che sicuramente scoraggia un comportamento di concorrenza sleale.
Sempre l’EU tra le pratiche più comuni di accordi illegali , elenca i seguenti:
- fissazione dei prezzi
- ripartizione dei mercati
- ripartizione della clientela
- limitazione della produzione
- accordi di distribuzione tra fornitori e rivenditori dove, ad esempio, il prezzo al consumatore viene imposto dal fornitore.
Ma non è finita qui. Le aziende devono fare attenzione anche all’abuso di posizionamento dominante: se la tua azienda ha un’ampia quota di mercato deve riservare un occhio di riguardo alle seguenti azioni:
- applicare prezzi irragionevolmente elevati, a danno dei consumatori
- applicare prezzi eccessivamente bassi per escludere i concorrenti dal mercato
- operare delle discriminazioni tra i clienti
- imporre certe condizioni commerciali ai partner
Queste norme regolano semplicemente la lealtà del mercato al fine di tutelare tutti gli attori che ne fanno parte: dai venditori fino agli acquirenti.
Conoscere la legislazione in merito è importante anche per gli imprenditori che non intendono mettere in atto comportamenti sleali: a volta può bastare una disattenzione per rientrare a pieno nei parametri della concorrenza sleale.