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Sogni di aprire il tuo bar?
L’apertura della propria attività è un momento molto emozionante. Tuttavia, prima di iniziare i grandi preparativi, è necessario assicurarsi di rispettare le indicazioni di legge necessarie a poter dare il via al proprio business.
Se stai pensando di aprire un bar, è importante che tu conosca quali sono i requisiti di legge che ti permettono di farlo.
In questo caso, i requisiti legali sono i seguenti:
- Aver frequentato la scuola dell’obbligo (dunque almeno fino ai 16 anni);
- Avere almeno 18 anni;
- Ottenere l’attestato HACCP;
- Possedere la formazione adeguata.
L’ultimo punto dell’elenco fa riferimento al fatto che chi apre un bar deve essere in grado di gestire correttamente tutte le procedure che sono richieste dalla gestione di tale attività.
Per avere una formazione adeguata, il futuro proprietario del bar deve soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:
- Essersi diplomato ad un istituto superiore ad indirizzo alberghiero;
- Frequentare un corso SAB (Somministrazione di Alimenti e Bevande);
- Aver fatto un’esperienza lavorativa di almeno 2 anni nel settore bar: tale esperienza è considerata valida solo se svolta negli ultimi 5 anni e se il ruolo ricoperto era qualificato alla vendita o alla gestione di prodotti alimentari.
Autorizzazioni e adempimenti amministrativi e burocratici
Dopo essersi assicurati di possedere tutti i requisiti legali soggettivi, è arrivato il momento di affrontare gli adempimenti previsti dalla burocrazia.
Anche per questo passaggio, è fondamentale essere a conoscenza dei documenti di cui dovrai essere in possesso per rispondere a tutte le necessità amministrative:
- La segnalazione certificata di inizio attività;
- Iscrizione alla Camera di Commercio;
- Apertura di una Partita IVA;
- Licenza UTF;
- Autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico.
Ma come si ottengono tutti questi documenti?
SCIA
La SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) va compilata e inviata telematicamente allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del proprio comune.
Il modello per la compilazione può variare da regione a regione. Per questo motivo, è bene farsi seguire da un commercialista esperto che sia in grado di aiutarti nella compilazione di questo documento.
Per quanto riguarda l’apertura del bar, gli allegati che vengono richiesti sono in genere:
- Documenti relativi alla struttura edilizia: le planimetrie del locale, il certificato di agibilità, la visura catastale;
- Diversi dati relativi al proprietario e all’impresa;
- Certificazione dei requisiti richiesti per la somministrazione di alimenti e bevande (e dunque i requisiti soggettivi richiesti per legge);
- DIA sanitaria: la notifica che viene inviata dal bar alla ASL territoriale per dichiarare l’apertura di un’attività che gestisce alimenti.
Iscrizione alla Camera di Commercio
L’iscrizione alla Camera di Commercio è un passaggio fondamentale per poter ottenere la visura camerale, ovvero un documento che attesta l’iscrizione a tale registro e che è necessario per altri adempimenti amministrativi (come la licenza UTF).
Per iscriversi alla Camera di Commercio è necessario inviare una certificazione unica tramite PEC e pagare un’imposta di bollo di €17,50.
L’iscrizione va fatta entro 30 giorni dall’inizio dell’attività e viene eseguita automaticamente quando si apre una Partita IVA.
Apertura della Partita IVA
Per aprire un bar è inoltre necessaria l’apertura di una Partita IVA, che identifica la tua attività.
Per aprire la Partita IVA del tuo bar è necessario compilare la modulistica fornita sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che può essere di due tipi:
- Il modello AA9/12 per persone fisiche;
- Il modello AA7/10 per persone giuridiche.
Licenza UTF
La licenza UTF è ciò che ti permette di vendere alcolici nel tuo locale. Ottenere la licenza UTF è obbligatorio: chi non se la procura, infatti, può incorrere in multe molto salate.
Per ottenere la licenza UTF è necessario inviare la richiesta all’Ufficio Dogane del tuo territorio. Alla richiesta dovrai allegare una copia di:
- SCIA;
- Visura camerale;
- Il tuo documento d’identità.
Autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico
Infine, per aprire la tua attività sarà necessario munirti dell’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico, qualora tu voglia apporre un’insegna all’esterno del tuo locale o piazzare dei tavolini sul marciapiede antistante.
Per ottenere tale autorizzazione, è necessario inviare una domanda di concessione al Municipio in cui ha sede la tua attività e procedere al pagamento della relativa tassa di occupazione del suolo pubblico.

Personale necessario
È chiaro che le mansioni all’interno di un bar sono diverse: dall’ora della colazione fino a quella dell’aperitivo, le richieste dei clienti variano molto.
Per questo motivo, dovrai dotarti di personale qualificato in grado di rispondere a tutte le esigenze di chi entra nel tuo bar.
Sicuramente è importante assumere un numero di collaboratori sufficiente a coprire l’intera giornata, dall’apertura fino alla chiusura, e in numero adatto a far sì che i clienti non si trovino a dover sopportare inutili attese.
Ogni dipendente che assumi deve aver seguito, o seguire entro un determinato tempo dall’assunzione, due corsi:
- Corso di formazione sull’attività commerciale di un bar;
- Corso HACCP, ovvero un corso relativo all’igiene e alla sicurezza alimentare.
Per avere un vantaggio competitivo rispetto ai tuoi competitor, in fase di recruiting puoi valutare l’assunzione di personale con qualifiche aggiuntive, come ad esempio una persona che ha seguito corsi di pasticceria, oppure esperti mixologist per l’ora dell’aperitivo.
In particolare, assumere barman professionisti ti aiuterà a dare una spinta in più al tuo bar nel momento dell’happy hour, un vero e proprio must per molti possibili clienti.
Locale
Anche il tuo locale deve rispettare dei requisiti stabiliti dalla legge.
Le ASL territoriali definiscono, infatti, le caratteristiche che il locale di un bar deve rispettare per essere considerato in regola. I requisiti stabiliti dalle varie ASL possono essere diversi da regione a regione.
Questi requisiti sono relativi a:
- Le dimensioni del locale e la sua superficie;
- L’areazione del locale;
- La conservazione e la gestione degli alimenti;
- Il rispetto delle normative igieniche.
Quando si invia la SCIA prima dell’apertura del locale, infatti, essa viene trasmessa anche alla ASL. La ASL darà dunque il suo parere in merito all’aderenza del progetto alle normative in vigore nel tuo territorio.
Una volta chiariti gli aspetti amministrativi relativi al tuo locale, puoi passare all’arredamento.
L’arredamento del bar è un momento creativo in cui si mette spesso all’opera la propria fantasia per realizzare il progetto dei propri sogni. Tuttavia, si deve fare particolare attenzione a due elementi prima di lanciarsi nell’avventura dell’arredamento:
- Il budget;
- L’identità del proprio bar.
Quando inizi l’arredamento, è consigliabile definire precisamente il budget che intendi destinare ai mobili del tuo locale.
Le prime spese del tuo budget, infatti, vanno sicuramente destinate a quei macchinari e/o mobili senza i quali sarebbe molto difficile svolgere le attività essenziali del bar.
Rientrano in questa categoria tutti i macchinari che servono per servire i clienti, come la macchina del caffè, i frigoriferi, la cassa.
Una volta pensato a questi elementi essenziali, puoi passare a definire il budget per tutti gli altri mobili, stabilendo sempre un ordine di priorità. L’ideale è dunque di partire da quei mobili che sono più importanti per i clienti: sedie e tavoli.
Quando compri i mobili per arredare il tuo locale, però, devi ricordarti che essi comunicheranno qualcosa, ovvero l’identità del tuo bar.
Tutti i business, infatti, proprio come le persone, sono dotati di una propria identità. Più l’aspetto del bar sarà in grado di comunicarla e più l’attività sarà in grado di lanciare messaggi chiari ai clienti: “ecco chi sono, ecco cosa puoi trovare qui, questa è l’esperienza che ti offro, qui puoi sentirti in questo modo”.
Per questo motivo, scegliere l’arredamento del tuo locale non è un’attività da condurre con leggerezza, acquistando ciò che più ti piace. L’acquisto deve essere ragionato e coerente con l’identità del tuo business, sia nello stile che nei colori.
Costi
In media le spese per l’apertura di un bar si aggirano tra i 40.000 e i 50.000 euro.
Il costo può chiaramente variare in base a quali macchinari si acquistano, al tipo di arredamento scelto e anche alla zona della città in cui si apre il bar (la tassa di occupazione del suolo pubblico, ad esempio, varia da quartiere a quartiere).
A questi costi vanno poi sommati quelli relativi allo stipendio dei propri collaboratori, le spese per il rifornimento delle materie prime e per eventuali manutenzioni dei macchinari.
Sicuramente, se sei interessato a risparmiare qualcosa, puoi cercare di intervenire sull’arredamento. Esistono infatti diversi modi di arredare un bar mantenendo le spese contenute:
- Gestire il budget in modo intelligente;
- Definire una priorità di acquisto per diversi mobili;
- Prendere in considerazione il mercato dell’usato;
- Cercare il giusto compromesso tra qualità e prezzo.
Attitudini richieste
Lavorare in un bar richiede necessariamente la capacità di gestire il contatto con il pubblico.
Il personale di un bar deve essere dunque in grado di interfacciarsi adeguatamente con i clienti e saperne interpretare le richieste e i desideri, oltre a mantenere gentilezza e cortesia anche nei momenti di stress e di difficoltà.
Inoltre, importante è anche la voglia di imparare qualcosa di nuovo per migliorare sempre il bar in cui si lavora e per offrire al cliente il miglior servizio possibile.
Da parte del proprietario del business, fondamentale è la capacità di saper andare incontro ai bisogni dei clienti sapendo anticiparli e prevederli, al fine di migliorare continuamente le proprie proposte ma anche di intercettare nuove persone che verranno a provare il bar.

Opportunità di guadagno
Nonostante l’investimento iniziale per la gestione del bar richieda delle cifre non indifferenti, le opportunità di guadagno per questo business sono molto buone.
Se andiamo infatti ad analizzare i profitti di un bar in epoca pre-pandemica, i dati della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) descrivono una situazione molto positiva. Nel 2018, infatti, il fatturato medio di un bar era di circa €465.000 annui.
Ovviamente, l’arrivo del Covid-19 ha drasticamente cambiato la situazione, tra restrizioni che hanno provocato chiusure e timori generali che hanno rallentato i consumi.
Basti pensare che, sempre secondo i dati FIPE, il settore della ristorazione in generale ha riportato un calo di fatturato del 37% durante i primi tre mesi del 2020.
Ad ogni modo, il progressivo miglioramento della situazione pandemica sembra promettere scenari decisamente migliori per il settore di ristoranti e bar, verso un ritorno al fatturato pre-pandemico.
Pubblicità e marketing
Come tutte le attività commerciali, anche per un bar può essere predisposto un vero e proprio piano di marketing.
Il piano di marketing consiste in un documento che elenca tutte le strategie da attuare e i mezzi e i canali da sfruttare per far conoscere la propria attività al giusto target di consumatori e generare vendite.
Il bar può sfruttare, infatti, molti strumenti di comunicazione online e offline.
I mezzi di comunicazione offline possono essere ad esempio volantini o cartelloni pubblicitari dalla grafica accattivante apposti nei pressi del tuo locale.
I mezzi di comunicazione online, invece, permettono di sfruttare diverse potenzialità interessanti per i business locali.
Essere presenti su Google, ad esempio, è fondamentale. Pensa a quando una persona si trova per caso nel quartiere del tuo bar cerca su Google le parole “bar vicino a me”: apparire per primo in questi risultati ti darebbe un vantaggio notevole rispetto alle altre attività simili alla tua.
Lo strumento che ti permette di ottenere questo risultato si chiama SEO (Search Engine Optimization) e consiste in un insieme di tecniche che aiutano la tua attività a comparire tra i primi risultati che Google mostra all’utente.
Inoltre, tramite i mezzi di advertising offerti da Google e dai social network è inoltre possibile attivare delle campagne pubblicitarie che si attivano solo quando le persone si trovano vicine al tuo bar.
In questo modo sei sicuro di investire budget pubblicitario in modo mirato e specifico, senza sprecare nemmeno un centesimo.
Consulenza
Il Marketing di un business è molto di più della sua promozione online e offline!
Un consulente esperto in Marketing e Comunicazione sarà in grado di aiutarti non solo a promuovere il tuo business in maniera efficace ed efficiente, ma ti aiuterà anche a definire il tuo brand nel modo migliore.
Dal nome al logo, dall’arredamento fino alle tue pagine social: un food consultant può aiutarti a curare a 360° l’identità, la comunicazione e la promozione della tua attività.
Assieme a un consulente esperto nell’ambito food potrai definire:
- Il nome del tuo bar;
- Il suo logo;
- La definizione della sua identità e la realizzazione della sua visual identity;
- Il sito web della tua attività e i suoi contenuti;
- La presenza sui social network più adatti;
- L’utilizzo di campagne promozionali a pagamento;
- L’arredamento del bar;
- Il menù;
- I prezzi da applicare per ogni servizio;
- Lo sviluppo di piani di formazione per il tuo personale.
Investire in un servizio di consulenza da parte di un esperto può aiutarti a creare un business solido e in grado di attirare i giusti consumatori che diventeranno fedeli clienti del tuo bar.
L’intervento di un consulente può essere inoltre molto utile nel caso in cui tu possegga già un bar, ma desideri un forte rinnovamento di esso o noti qualcosa che non va nella sua gestione o nella sua promozione.
Le strategie promozionali necessari a far conoscere la tua attività possono essere difficili da impostare e implementare. Per questo, affidarti a un esperto rappresenta la migliore scelta possibile per il Marketing e la pubblicità del tuo bar.
Franchising
Conviene aprire un bar in franchising?
Esattamente come per i ristoranti, esiste la possibilità di aprire la propria attività in franchising anche per i bar. Ma questa scelta è conveniente per chi investe?
La pratica del franchising può presentare sia vantaggi che svantaggi.
I vantaggi più significativi sono principalmente due:
- Risparmio economico;
- Notorietà del marchio.
Aprire un bar in franchising, infatti, sicuramente rappresenta una buona strategia per assicurarsi un risparmio non indifferente.
Un importante vantaggio economico è dato ad esempio sulle ordinazioni: ordinando all’ingrosso, infatti, una rete di franchising spesso gode di sconti importanti che gli permettono di ottenere un risparmio significativo.
Dall’altra parte è chiaro, però, che una parte del proprio guadagno andrà al brand principale; dunque, le opportunità di guadagno potrebbero essere per te più limitate rispetto alla decisione di aprire un bar indipendente.
Inoltre, aprendo un bar che fa parte di una vera e propria catena, la fama del brand viene automaticamente trasferita anche al nuovo bar che apre.
Il franchisor, ovvero del brand che “presta il nome” al tuo bar, rappresenta una sicurezza per i clienti: questo ti permette di guadagnare fama e notorietà presso i clienti senza investire in attività di promozione.
Il franchising garantisce, inoltre, una sorta di standardizzazione del prodotto fornito al cliente.
Ad esempio, se una persona apprezza particolarmente il caffè offerto da Starbucks, sarà molto felice di vedere aprire un nuovo punto vendita nella sua città, magari vicino a lui, e non avrà nemmeno bisogno di provarlo per sapere che diventerà un affezionato cliente.
Tra gli svantaggi più evidenti per chi gestisce un bar in franchising vi è la perdita di controllo sull’attività.
Se il tuo bar fa parte di un franchising dovrà seguire determinati standard produttivi: viene lasciato decisamente poco spazio per la sperimentazione o la libera gestione dell’attività.
Le possibilità di scelta per il proprio business diventano più limitate. Le politiche applicate dal franchisee, infatti, dovranno sempre essere coerenti con quelle decise dal franchisor.
Se si desidera dunque una maggiore libertà di scelta e di amministrazione del proprio business, l’opzione migliore è quella di non affiliarsi a un franchising già esistente.